Collezioni

Un immenso patrimonio oggi
fruibile anche online grazie a
Digital Humanities il progetto
di Fondazione Cassa di
Risparmio in Bologna avviato a
partire dal 2019.

Dall’arte antica a quella contemporanea, dalle stampe alle ceramiche, dai fondi fotografici alle miniature, le Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo conservano una ricchissima documentazione dei cambiamenti culturali, artisti e sociali della città di Bologna attraverso i secoli.

Il ricco e variegato patrimonio deriva in larga parte dalle originarie Raccolte della Cassa di Risparmio in Bologna, che fin dai primi decenni del Novecento cominciò a catalogare e preservare testimonianze della città, della sua storia e del suo territorio allargando anche lo sguardo all’intero panorama nazionale. Un lavoro lungimirante che prosegue e si arricchisce di nuove e preziose acquisizioni ogni anno.

Un immenso patrimonio
di oltre 48.000 pezzi

Oltre 1460 dipinti, da Vitale da Bologna a Giacomo Balla, 126 sculture, tra cui quelle di Antonio Canova e Arturo Martini, 2670 disegni, da Gaetano Gandolfi a Filippo De Pisis e 11000 incisioni, da Giuseppe Maria Mitelli a Luciano De Vita.

 

La molteplicità e varietà dei fondi fotografici permette agli utenti un viaggio nel tempo per le strade della vecchia Bologna nelle fotografie di Pietro Poppi e di Antonio Brighetti; passeggiate fra gli antichi edifici della montagna bolognese con le fotografie storiche di Luigi Fantini; il prezioso materiale del fotoreporter Paolo Ferrari che ha raccontato con i suoi scatti storie più tragiche del nostro Paese e di Bologna

 

Grazie al progetto Digital Humanities è inoltre possibile consultare in alta definizione migliaia di documenti cartacei conservati presso la Biblioteca d’Arte e di Storia di San Giorgio in Poggiale: fondi archivistici, raccolte documentarie, manoscritti, incunaboli, testi a stampa, cataloghi storici, un patrimonio inesauribile in costante fase di digitalizzazione. Tra i fondi più preziosi e artisticamente rilevanti segnaliamo il nucleo di 5016 ex-libris raccolti fra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento dal collezionista ferrarese Giuseppe Cavalieri.

 

Il prezioso giacimento di manoscritti appartenenti alla Biblioteca di San Giorgio in Poggiale in corso di digitalizzazione è organizzato in quattro nuclei: Manoscritti Ambrosini; Manoscritti Sassoli; Manoscritti Silvani; Miscellanea speciale di manoscritti e di materiali documentari.

 

La biblioteca di San Giorgio in Poggiale conserva oltre 120mila titoli, tra libri antichi e libri moderni, d’argomento per lo più storico artistico, cui va aggiunta la ricca emeroteca. Tra i fondi più noti e consultati ricordiamo il Fondo Silvani, il Fondo Sassoli, il Fondo Brighetti, il Fondo Ambrosini, questi ultimi, soprattutto, fonti inesauribili per gli appassionati di storia locale. Di grande importanza sono inoltre il Fondo Valesio sulla letteratura e poesia internazionali, i Fondi Mischiati, Tagliavini e Tamminga di argomento musicale. Tutti i volumi sono consultabili sul catalogo SBN UBO (https://sol.unibo.it/SebinaOpac/.do?pb=UBOPG) e sull’OPAC SBN nazionale (https://opac.sbn.it/web/opacsbn/home ).

 

Il Museo di San Colombano conserva un ricco patrimonio di strumenti musicali antichi, risalenti dal XVI all’inizio del XX secolo, quasi tutti restaurati e utilizzati durante la stagione concertistica. Il nucleo principale è composto dalla Collezione Tagliavini, composta da circa ottanta strumenti rari e unici, prevalentemente a tastiera: clavicembali, spinette, clavicordi, pianoforti storici e organi; oltre a questi, strumenti a fiato, popolari e automatici. Il Museo ospita inoltre alcuni preziosi pianoforti provenienti dalla Collezione Scala e altri strumenti musicali acquistati e ricevuti in dono nel corso dell’ultimo decennio. Tra gli strumenti più importanti vi sono un “cembalo a penne e martelletti” di Giovanni Ferrini (1746), allievo dell’inventore del pianoforte Bartolomeo Cristofori, un clavicembalo pieghevole italiano del primo Settecento o un nucleo di tre clavicembali costruiti dal bolognese Gioseffo Goccini.

 

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